Sul tratto di costa compreso fra la spiaggia di Fontania e la caletta precedente la spiaggetta dei Quaranta Remi si trova il Pozzo del Diavolo, che a Gaeta è conosciuto com'anche come Pozzo delle Chiavi, che si apre all'improvviso nella roccia e dopo un salto di 50 metri sprofonda nel mare.
Nomi pittoreschi ed evocativi, le cui origini ci sono peraltro e purtroppo ignoti. Il pozzo del Diavolo è una grande grotta che si sviluppa sia al di sopra della superficie del mare, con un ingresso in cui può penetrare una piccola barca, sia sott'acqua. Questo sito è interessante per il subacqueo: la profondità è di pochi metri e nella grotta si trova una vita sottomarina di tipo cavernicolo e precavernicolo. In realtà, tutta la zona della Grotta del Diavolo indicata per belle immersioni: poco impegnative come profondità, ma certamente affascinanti per la quantità di vita sottomarina che vi alligna e che mostra il meglio della sua ricchezza e dei suoi colori nelle ore della notte. Vale quindi la pena organizzarsi per una bella escursione subacquea notturna.
Esplorando la Grotta del Diavolo vedrai che in alto presenta un camino che si apre all'esterno, sulla collinetta sovrastante di notte è uno spettacolo unico osservare il cielo stellato attraverso questo camino, una volta emersi.
Spalle al pozzo, continua l'escursione, tenendo il piede della parete rocciosa sulla sinistra. Si giungerà presto in una baietta con una parete perfettamente verticale. Il fondale continua ad essere basso: non più di 5 o 6 metri. Procedendo si troverà la cosiddetta “tana dei copertoni”: una piccola grotta che fu così battezzata da Gianni Frignone, un br /avissimo subacqueo gaetano. Il nome si deve a due gomme d'auto incastrate nella roccia da tempi immemorabili, spesso ospita gruppi sparuti di corvine. Questa cavità presenta tre ingressi ed un camino che arriva in superficie, aprendosi all'esterno.
Subito dopo il Pozzo del Diavolo c’è una piccola caletta con una bella spiaggetta raggiungibile solo a nuoto (o in barca, naturalmente), detta “quaranta remi”.
Fonte: Prolocogaeta.it